Intere generazioni di persone si sono divertite, emozionate e hanno provato sentimenti guardando i cartoni animati di origine giapponese, trasmessi nelle reti televisive italiane e ultimamente nelle sale cinematografiche. Ma forse pochi tra essi si sono chiesti dove venissero prodotte queste meraviglie. La risposta coinvolge molti luoghi e disegnatori di anime giapponesi, ma trova il suo epicentro nello studio Ghibli, una tra le più famose realtà di produzione di cartoons di tutto il paese del sol levante.
La nascita dello studio Ghibli
Lo Studio Ghibli nasce nel 1985 per opera del celebre regista Hayao Miyazaki, il quale fonda la realtà con il suo maestro e mentore Isao Takahata. Le sue origini devono essere comunque ricercate un paio di anni prima, quando il maestro iniziò a lavorare al film di animazione Nausicaa della Valle del Vento, un cartoons datato 1984. Lo studio Ghibli non solo ha contribuito a sdoganare la produzione di anime giapponesi al di fuori del paese, ma ha imposto all’occidente una politica di integrità dei contenuti e delle scene prodotte. Celebre è, infatti, il caso dell’adattamento per il pubblico americano di Nausicaa, il quale fece arrabbiare moltissimo il maestro Miyazaki e lo portò a scegliere una politica legata al ‘mai più tagli’ nelle opere. La ragione dei tagli non era tanto legata all’estetica, ma forse venne messa in atto perché negli anime ci sono moltissimi riferimenti alla cultura e alle tradizioni nipponiche. Questi riferimenti difficilmente possono essere compresi dal popolo occidentale o, perlomeno, da chi non abbia una buona infarinatura dell’antropologia giapponese. Ecco che, al fine di rendere più facili e comprensibili le storie si era preferito tagliare parti poco chiare per uno spettatore occidentale. Ma il maestro Miyazaki e lo studio Ghibli hanno pronunciato un grande no, il quale ha coinvolto uno dei successi più grandi, La Principessa Mononoke e ne ha permesso l’espatrio dal Giappone in versione ‘perfettamente integra’.
Il passaggio alla Disney
Dal 1997 i diritti dello studio Ghibli appartengono alla Disney, la quale distribuisce i cartoons sotto la controllata Buena Vista. Dal 2008 lo Studio Ghibli si è posto come l’unico studio d’animazione giapponese ad usare solo tecniche di disegno tradizionali per i suoi film, volendo così contrastare l’uso della grafica computerizzata.
Lo studio Ghibli chiude?
Un recente annuncio apparso sul web voleva la chiusura definitiva dello Studio Ghibli. La notizia si è diffusa a macchia d’olio nella rete ma è stata subito smentita dal co-fondatore dello studio Toshio Suzuki. Egli aveva annunciato solamente la ristrutturazione degli stabili e la creazione di nuovi spazi per i disegnatori eredi del maestro Miyazaki. La cattiva comprensione della lingua giapponese da parte di un fan americano aveva però portato la diffusione di questa news assolutamente falsa. Lo Studio Ghibli continua quindi ad esistere, con le sue tradizioni e con la sua immensa poesia, figlia della tradizione che qui ha visto la luce. Vi immaginate lo studio Ghibli un enorme edificio fantascientifico? Tutt’altro, lo Studio Ghibli è una piccola casetta, con tanto di cancello in ferro decorato e tanto verde attorno. Una poesia e un’amore per l’arte che si rispecchia in ogni sua componente.