La dolcezza del film Departures può essere intuita dal significato del titolo originale Okuribito, che in lingua giapponese significa ‘Persona che accompagna alla partenza’. Le vicende di questa pellicola giapponese, datata 2006, vedono protagonista il giovane violoncellista Daigo Kobayashi, disoccupato dopo lo scioglimento dell’orchestra nella quale lavorava. Daigo deve cercare un lavoro in fretta, in quanto si è appena sposato e la moglie non lavora. Il protagonista comincia quindi a cercare tra gli annunci pubblicati nei giornali locali, fino a quando trova un annuncio di tale agenzia NK che cattura la sua attenzione: l’annuncio riporta infatti l’eloquente scritta “Assistiamo coloro che partono per dei viaggi”.
Un’agenzia molto particolare
Convinto che si tratti di un’agenzia di viaggi, Daigo telefona con fiducia e fissa il colloquio. In realtà l’agenzia si occupa di accompagnare le persone nell’ultimo viaggio, ovvero di preparare i morti nella tradizionale cerimonia funebre giapponese. Daigo non riesce a controbattere alla cospicua offerta di anticipo e inizia così un lavoro che non avrebbe mai pensato di mettere in pratica. La poesia delle sue movenze, la delicatezza dei suoi gesti e il rispetto che egli nutre per il mondo dei morti lo portano a diventare uno dei più bravi tanatoesteti, ovvero preparatori di mortidel paese. La cerimonia della preparazione è toccante, in quanto vengono mostrate le azioni che interessano il corpo del defunto. Dal lavaggio alla composizione ordinata, dalla vestizione curatissima fino al trucco, il quale viene eseguito con tanti prodotti e con la massima cura, perché il morto possa apparire bello agli occhi di chi lo ha amato.
I problemi nascono quando la moglie di Daigo scopre la professione, finora tenuta nascosta dal marito e se ne vergogna così tanto da abbandonarlo. Così fa anche l suo amico di infanzia e quindi Daigo si trova solo a portare avanti un lavoro che sente proprio e che sceglie di praticare ogni giorno con tanta cura e attenzione. Trascorsi alcuni mesi la moglie torna incinta e assiste alla composizione di un morto da parte del marito. L’amore e la bravura del suo compagno la convincono ad accettare il suo lavoro e ad esserne fiera. Al contempo, Daigo racconta l’amara storia del suo rapporto con il padre, il quale aveva abbandonato la famiglia tradendo la madre. Giunge inaspettata la lettera che il padre e è morto e Daigo si reca, dopo tante esitazioni al capezzale. Non riconosce il padre che negli ultimi anni aveva vissuto in condizioni precarie e decide in ogni caso di prepararlo come si deve per l’ultimo viaggio. Una volta conclusa la cerimonia della preparazione Daigo può riconciliarsi e lasciarlo partire facendo affiorare i ricordi positivi legati alla sua infanzia.
The Departures è un film sobrio, elegante, che fa comprendere allo spettatore che non esistono lavori di poco conto, soprattutto se vengono eseguiti con amore. Al contempo si tratta di una pellicola che narra sentimenti profondi e difficili, analizzati con semplicità e con un’arte raffinata di narrazione. Oltre ai sentimenti dei protagonisti, i quali sono difficili da percepire dai loro volti ma che traspaiono dai loro gesti, il film offre la possibilità di fare un tuffo nella cultura giapponese, analizzando il grande rispetto che questo popolo nutre nei confronti della religione e delle sue antiche tradizioni.