Hungry Hearts, film italianissimo, ma che parla inglese, ha centrato il colpo. Non solo offrendo la possibilità ai due attori protagonisti di vincere l’ambita Coppa Volpi come migliori interpreti alla mostra del cinema di Venezia, ma perché è un film che scava, inesorabilmente sul presente. Tratto dal libro “Il bambino indaco” dello scrittore padovano Marco Franzoso, questo film racconta la storia di una giovane coppia, che si incontra per caso nel bagno di un ristorante cinese, si innamora e mette su famiglia.
La trama del film
Nasce un bambino dalla loro unione e nei primi tempi tutto è incredibilmente splendido. Gli attori principali sono l’americano Adam Driver e Alba Rohrwacher, i quali interpretano una coppia ricca di speranze e prontissima a costruire assieme un bel futuro. Ma se il futuro deve aspettare, il presente si complica, in quanto Mina, la protagonista, porta il bambino da una veggente, la quale le dice che si tratta di una creatura indaco, ovvero di un bambino speciale il cui destino è eletto, scritto nel futuro in quanto salvatore del mondo.
Un bambino da proteggere
Il bambino, a detta della veggente deve essere protetto, contro i mali dell’universo e contro ogni forma di cibo e di sporco che può arrivare dall’esterno. Mina si convince che si tratta della verità e comincia ad allevare il piccolo attraverso un veganesimo molto stretto, che non fa crescere neanche di un grammo la creatura. Il compagno inizia ad avvertire che qualcosa non va per il verso giusto e porta il figlio da uno specialista, il quale afferma che il piccolo è in serio pericolo. Da qui nascono tutti i problemi, i fraintendimenti, la consapevolezza che allevare un bambino è una responsabilità fuori dal comune.
Ma i ‘cuori affamati’ del film non vogliono solo crescere il bambino per inserirlo in una società comune, vogliono avere il totale controllo sulla sua esistenza e decidere al di là delle regole di buon senso quale è la via giusta da percorrere. Il film sfocia nel thriller e mostra nel finale una New York soffocante, dove i destini dei protagonisti si incrociano in un tunnel di azione e di verità nascoste. I temi di Hungry Hearts sono quindi attualissimi, dalla new age fino al veganesimo imposto, dalla maternità difficile ai problemi sociali che interessano la generazione dei trentenni di oggi, i quali cercano rifugi alternativi alla difficoltà di una crisi che ne ha distrutto le speranze materiali. Saverio Costanzo dirige questa pellicola con garbo e con un tocco di lucidità. Questo tratto si pone indispensabile per far comprendere l’importanza dell’argomento e per far capire agli spettatori che le scelte non sempre sono volute, desiderate, ambite. I meritati premi ai protagonisti fondono la bravura di Alba Rohrwacher e Adam Driver, i quali sono credibili in ogni momento e interpretano una coppia comune, alla quale un evento di questo genere potrebbe accadere in ogni momento. Come comportarsi? Come difendersi? Ma soprattutto, come è possibile ritrovare l’unione e riportare il partner che cambia ad essere quello di prima? Tante domande, racchiuse in un piccolo e prezioso film d’autore.