La notizia del ritiro dal lavoro del maestro Miyazaki era stata data alla scorsa mostra del cinema di Venezia. Del resto l’età del maestro e la gloriosa carriera portata avanti nello studio Ghibli non possono che essere considerate come tratti di un lavoro magnifico, al completo servizio dell’arte dei cartoni animati. L’ultimo film del maestro Myazaki è un movie meno poetico, forse meno sognante dei suoi precedenti: un cartone animato atipico e dai toni alternativi. Si alza il vento è la biografia trasposta in cartone animato di Jiro Horikoshi, una figura molto speciale in quanto progettista e ingegnere degli aerei ‘Zero’, impiegati dal Giappone durante il secondo conflitto mondiale.
La trama del film
Il film parte dall’infanzia di Jiro per raccontare la sua carriera. In effetti questo tratto aiuta a comprendere molte cose, in quanto il sogno di Jiro era quello di volare negli aerei ma, a causa di una forte miopia non potè mai avverare il suo sogno. Jiro potè però dare vita ad un sogno più tecnico, ma non meno importante: progettare un velivolo capace di volteggiare come il vento. Jiro inizia quindi gli studi di ingegneria, approdando a Tokio e distinguendosi professionalmente nella fabbrica della Mitsubishi. Come accade in molte opere del maestro Myazaki, la storia sociale del Giappone e le vicende dei protagonisti del suo film si fondono in modo completo. Jiro vive infatti nel Giappone degli anni ’20, con i suoi problemi sociali ed economici, come la grande depressione e le carestie che attanagliano le campagne. La storia di Jiro è quindi la storia del Giappone, che si scopre nello scorrere di questi anni frenetici una nazione potente, forte e rivale di super potenze globali.
Il lavoro di Jiro al servizio dell’aviazione si fonde con le sue romantiche vicende private, con l’incontro con l’amata Nahoko conosciuta in treno e con i tanti sogni che egli fa. Sono questi i momenti in cui ritroviamo la poesia e il profondo senso dei sentimenti tipici delle opere del mastro Miyazaki. Jiro sogna infatti l’italiano Caproni, suo maestro e spirito visionario, che come lui ha saputo inventare elementi capaci di sfidare le leggi della natura e di vincerle. Il vento che da il nome al titolo non è solamente l’elemento che muove le sue opere ingegneristiche, ma la metafora che serve al costruttore per andare avanti ogni giorno. I dubbi, le situazioni storiche, le vicende personali, sembrano infatti fermare in ogni momento questo personaggio così particolare, che solo nella forza dei suoi sogni trova la forza di ricominciare e di dare finalmente vita a costruzioni epocali. Il tratto grafico de Si alza il vento è inconfondibile e non può che ricordare le opere amatissime del passato di Myazaki.
Seguire i propri sogni
Il contenuto è forse speciale, così come è speciale il protagonista di questa vicenda che assume a tratti dei rivolti incredibili. Il messaggio, perché nei film del maestro se ne può sempre trovare uno, è un inno alla forza, alla volontà di non smettere mai di credere nei sogni e, quando è necessario nel realizzarli secondo le proprie possibilità, sfruttando ciò che ognuno di noi sa fare al meglio.