I Simpson sono una tra le serie animate più amate in tutto il globo che ormai ha raggiunto i 30 anni di età. La città che idealmente ospita questo cartone animato, Springfield, esiste davvero ed è una piccola località del Massachusetts con poco più di 150.000 abitanti. Grazie alla fama proveniente da questa serie, è diventata una delle città più note d’America!
Il 17 dicembre del 2019, i Simpson compiranno trent’anni di televisione, con tantissimi riconoscimenti alle spalle tra cui 31 Emmy Awards, la stella nella Walk of Fame hollywoodiana e addirittura una nomination al Golden globe.
I protagonisti di questa serie sono noti praticamente a chiunque, e le loro vicende vengono raccontate in oltre cinquecento episodi andati in onda a ripetizione anche nel nostro paese. Chi ancora si diverte a guardarli è un pubblico di tutte le età: per quanto appassionati e per quante volte abbiate riguardato gli stessi episodi tuttavia alcune curiosità potrebbero essere sfuggite… e quindi vogliamo provare a stupirvi con alcune informazioni di cui forse ancora non siete a conoscenza su questa ‘mitica!’ serie a cartone animato.
Pelle gialla? Non è certo un caso! E anche Barbara Bush ha imparato ad amarli…
Per prima cosa il colore giallo della pelle dei personaggi è stata una decisione assolutamente commerciale perché l’ideatore voleva che fosse facile durante il classico zapping col telecomando riconoscere il programma. Un’altra particolarità che caratterizza l’aspetto degli abitanti è il numero delle dita delle mani che è sempre pari a quattro con alcune eccezioni: quando il disegnatore infatti deve rappresentare Dio e Gesù, e questo accade numerose volte, le dita tornano ad essere cinque.
La prima volta che arrivano in televisione il calendario segna l’anno1989, in corrispondenza a quando Bush era diventato presidente. La moglie Barbara aveva inizialmente criticato la serie ritenendola estremamente stupida e la produzione le fece recapitare una lettera presso la Casa Bianca firmata nientemeno che da Marge Simpson per spiegarle il suo dispiacere in merito ad un giudizio forse affrettato. Da quel momento in poi Barbara, estremamente colpita, divenne una delle sostenitrici più affezionate della stramba famiglia gialla.
Homer finisce sul vocabolario!
Un’altra curiosità interessante è che molti dei personaggi hanno un nome che l’ideatore ha attinto direttamente dalla propria famiglia ed in particolare quello di Bart è stato ritenuto estremamente appropriato anche per la sua assonanza con la parola inglese brat che significa combina guai. Nonostante il personaggio non sia esattamente educativo, è stato inserito fra i personaggi più influenti del secolo nel 1998. La classica imprecazione di Homer, è stata inserita addirittura nel dizionario di Oxford: D’oh!
Per realizzare ogni episodio sono necessari dai sei agli otto mesi di produzione. E per quanto riguarda la sigla, sempre diversa ad ogni puntata per alcune finali, è molto curioso sapere che ci sono alcuni dettagli piuttosto ostici da notare. Ad esempio il prezzo che viene mostrato dalla cassa del supermercato sopra cui passa la figlia minore Maggie, segna 847,63 dollari, che corrisponde alla stima del 1989 circa la spesa media mensile per poter crescere un bambino.
Le scene mostrate con una velocissima inquadratura ed apparentemente casuali sono in realtà tasselli che realizzano una storia pienamente svolta: lo sbandamento improvviso dell’autobus dei bambini con questi ultimi che si disperdono nei prati, genera un ingorgo di traffico che la polizia è costretta a contenere chiudendo la circolazione. Mentre il giornalista commenta l’avvenimento e i dottori vengono convocati per valutare le condizioni fisiche e psicologiche dei bambini, il nonno prepara la sua lettera di protesta per il quotidiano locale mentre sullo sfondo la vita della famiglia Flanders prosegue nel suo idillio senza interruzioni! Se siete curiosi e volete verificarlo direttamente, basta osservare la sigla a velocità ridotta 😉